Quanti anni hai davvero? Ti presentiamo l’età biologica.

Non tutti invecchiamo alla stessa maniera e alla stessa velocità: non è una novità, ma ora la scienza, attraverso una ricerca effettuata a livello globale e pubblicata sulla importante rivista internazionale The Lancet , ci spiega il perché.

Se tutti conosciamo la nostra l’età cronologica, ovvero l’età anagrafica, la comunità scientifica ha introdotto un altro parametro che potrebbe essere ancora più importante per la nostra salute ma soprattutto per il nostro invecchiamento in salute.

Si tratta della BioAge, ovvero l’età biologica, che descrive l’età effettiva e funzionale del corpo a livello cellulare sulla base di cambiamenti molecolari, biologici e fisiopatologici in atto nel nostro organismo.1

A parità di età cronologica, dettata dai nostri anni di vita, noi possediamo una propria età biologica risultante dallo stile di vita condotto fino a quel momento e che rappresenta a tutti gli effetti un parametro che stima la velocità con cui stiamo invecchiando, cioè la qualità della vita vissuta e la chiara predizione di quella che vivremo.

L’età biologica, pertanto, non coincide necessariamente con l’età cronologica.

La differenza tra età cronologica ed età biologica è emersa dall’analisi dell’IHME (Institute for Health Metrics and Evaluation) di uno  studio del 2017, condotto a livello globale su un gruppo di persone provenienti da 20 nazioni diverse, in cui sono stati analizzati per la prima volta gli effetti negativi correlati all’età (tra cui l’alterazione di funzioni biologiche, la perdita delle abilità fisiche, mentali e cognitive) portando all’identificazione di 92 condizioni o malattie legate all’invecchiamento tra cui malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, malattie trasmissibili, materne, neonatali e nutrizionali, diabete e malattie renali, malattie digestive, lesioni, neoplasie, disordini neurologici, altre malattie non trasmissibili, malattie degli organi di senso e malattie cutanee e sottocutanee.2

Il grado di invecchiamento a livello cellulare, ovvero l’età biologica, è pertanto riconosciuto come il principale fattore di rischio per le malattie.

Attraverso l’identificazione di biomarcatori in grado di  misurare l’età dei nostri sistemi corporei e quindi lo stato generale di salute del nostro corpo, i ricercatori hanno inoltre rilevato un possibile divario fino a 30 anni tra età cronologica ed età biologica.  Ad esempio, è stato registrato in un 76enne giapponese e in un 46enne in Papua Nuova Guinea lo stesso livello di carico di malattie legate all’età della media globale dei 65enni. 2

Possedere quindi un’età biologica simile all’età cronologica significa che il proprio corpo sta invecchiando in modo appropriato o, a maggior ragione se inferiore, sta invecchiando più lentamente con ridotto accumulo di danni cellulari. Viceversa, un età biologica superiore a quella cronologica è sintomo di un invecchiamento accelerato in corso.

C’è una buona notizia !

Sebbene non sia possibile cambiare il nostro certificato di nascita (l’età cronologica è immutabile), la ricerca scientifica dimostra che oltre a comprendere il processo di invecchiamento è possibile intervenire sulla nostra età biologica, ovvero rallentare il deterioramento fisiologico e l’insorgenza di patologie correlate all’avanzare dell’età.

Come esercitare questo potere? Attraverso un corretto stile di vita e con soluzioni mirate!

Sappiamo che l’invecchiamento in salute è il risultato per il 20% dell’interazione di fattori genetici (genoma) e per l’80% del nostro stile di vita (epigenoma).

Questo cambia radicalmente la prospettiva e la responsabilità individuale: invecchiare in salute è solo in minima parte una questione di geni ma è determinato per la maggior parte dal nostro stile di vita, in cui scelte quotidiane sbagliate innescano nel tempo malfunzionamenti all’interno del nostro organismo (9 Hallmarks of Aging ).

Per modulare positivamente l’epigenoma, dal greco “epi” cioè “sopra” il DNA, ovvero la regolazione dell’espressione e del funzionamento dei geni, dobbiamo agire sull’ambiente in cui viviamo e sulle nostre abitudini per mantenere le nostre cellule giovani e funzionali: una corretta attività psico-fisica (esercizio fisico, sonno, attività sociale, gestione dello stress), dieta sana, integrazione alimentare di qualità e cura della nostra pelle sono 4 semplice scelte che nel tempo fanno la differenza.

Prendersi cura e ridurre la nostra età biologica è quindi possibile adottando un approccio olistico per migliorare la qualità di anni vissuti e rallentare gli effetti dell’invecchiamento.

Soluzioni mirate come HAP Body Brain Skin® nascono per tenere sotto controllo efficacemente l’età biologica, agendo su target cellulari specifici di Corpo, Cervello e Pelle. Per saperne di più clicca qui.

Bibliografia:

  1. Moqri, Mahdi et al. Biomarkers of aging for the identification and evaluation of longevity interventions, Cell, Volume 186, Issue 18, 3758 – 3775, 2023.
  2. Chang, Angela Y et al. Measuring population ageing: an analysis of the Global Burden of Disease Study 2017, The Lancet Public Health, Volume 4, Issue 3, 159 – 167.

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